Il blu del cielo. Saggio sulla trasfigurazione della materia nell'arte
Autore:
Piero Montana
Editore:
Centro d'Arte e Cultura
Collana:
Prezzo:
20,00 €
Data pubblicazione: Aprile 2025
Pagine: 125 P
EAN: .
Genere: Arte e filosofia
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Il nuovo e provocatorio libro di Piero Montana non vuole essere solo una critica alle ultime tendenze d'arte contemporanea, ma la proposta alternativa di una concezione dell'arte, alla base di una Weltanschauung non più utopica e futuristica, bensì di quell'età del passato, che il suo autore considera luminosissima, l'epoca medievale, in cui nacque e si sviluppò per l'appunto tutta una metafisica della luce (Roberto Grossatesta, San Bonaventura), che é l'elemento fondante di questo saggio.
Saggio per il quale é stata ideata, a cura dello stesso Montana, la mostra dal titolo omonimo a quello del libro, Il blu del cielo-La trasfigurazione della materia nell'arte, nei locali del Centro d'Arte e Cultura di Bagheria, con opere, in esposizione, degli artisti: Carmela Corsitto, Marco Danese, Juan Esperanza, Cinzia Farina, Michele Lambo, Giuseppina Riggi, Marisa Sapienza, Fabio Sciortino, Nuccio Squillaci.
L'autore del saggio infatti, nel rifarsi in maniera esclusiva al pensiero di filosofi spiritualisti e tradizionalisti del ‘900, quali Nikolaj Berdjaev, Pavel Florenskij, Ananda K. Coomaraswamy, Hans Seldmayr, Elémire Zolla, ha individuato in esse tutti gli elementi alchemici di una conversione della materia dell'arte in poesia ed espressione spirituale, che di per sé davvero costituiscono, nell'epoca della morte di Dio e della perdita di Centro, una concreta alternativa in arte al suo processo di reificazione in corso.
Tali opere, il cui maggiore valore è costituito dallo spirito in esse effuso, sono la più netta smentita della perdita di Centro, e della conseguente morte dell’arte (Hegel), giacché di tale Centro, quel che oggi si può dire, è che non si è mai inabissato, ma che solo non è più al centro del pensiero e del cuore dell’uomo moderno, essendo stato relegato ai loro margini da quella ragione illuminista, che è venuta a rivendicare la sua assoluta sovranità, pretendendo con ciò di venire idolatrata.
E’ da questa marginalità, per Montana, che il Centro continua ad espandere la sua luce, ed essa oggi si riverbera in quell’arte, il cui spazio non ha mai interdetto l’accesso alla Fonte del suo luminoso irradiamento.
Ciò nonostante l’autore ritiene che una metafisica o teologia della luce, rispetto alla sua teorizzazione originaria, oggi vada rivisitata, giacché, se in un’epoca medievale, di solida ed incollabile fede, era del tutto logico e naturale identificare la luce con Dio, oggi, in tempi di Kali Yuga, una tale ed incondizionata identificazione non è più possibile, dal momento che ad essere dominante è la non luce ovvero la luce sulfurea, la cui scaturigine va individuata nella fiaccola di quella ragione, che si è voluta autonoma e sovrana, sostituendosi all’Ente Supremo.
E’ una tale luce infatti che riverbera in tanta produzione di arte e letteratura fantastica della nostra epoca, e la sua scaturigine deriva dalla luce di una tale ragione diabolica.