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'' Il Collezionista di Baci '' con Giuseppe Tornatore e Filippo Lo Medico

Baci al museo (03-05-2014)
Baci al museo di Andrea Di Napoli Un libro, un regista, un museo ed un cinema sono stati gli elementi necessari per la presentazione, avvenuta tra i quadri di Guttuso, del volume di Giuseppe Tornatore “Il collezionista di baci” stracolmo di illustrazioni tratte dalle locandine e dai manifesti cinematografici. Il Museo d’Arte Contemporanea intitolato a Renato Guttuso ha la sua prestigiosa sede all’interno della settecentesca Villa Cattolica di Bagheria, ed è stata la prima e, a tutt’oggi ancora l’unica, istituzione museale ad avere proposto ai visitatori una sezione dedicata alla “Cartellonistica”, grazie alla collezione di manifesti cinematografici generosamente donati, circa dieci anni addietro, dal signor Filippo Lo Medico, il quale, per una sessantina di anni, ha gestito insieme ai fratelli diverse sale cinematografiche proprio a Bagheria. In passato le locandine dei film in programmazione non rappresentavano semplicemente le foto di scena, ma spesso erano autentici prodotti artistici di abili pittori e noti disegnatori come Capitani e Martinati oltre che dello stesso Guttuso autore delle tavole per “Riso amaro”, il film di Giuseppe De Santis del 1949, colorate con la caratteristica tecnica della guache. Fin da quando, nel 1989, il regista Giuseppe Tornatore vinse l’Oscar per il film “Nuovo Cinema Paradiso”, noto per l’emozionante scena finale nella quale, “su uno schermo nello schermo”, scorrono in sequenza tutte le scene in cui i protagonisti dei vecchi film si baciano, Lo Medico considerò l’opportunità di pubblicare un libro che mostrasse ai lettori più di duecento baci di scena tra celebri attori, tratti dalle oltre quattromila locandine cinematografiche in suo possesso. A distanza di venticinque anni proprio grazie al regista, autore delle pagine di testo, ha visto la luce lo splendido volume “Il collezionista di baci” che riscuoterà un sicuro successo editoriale. Per i lettori ed i cinefili bagheresi, lo scorso 29 aprile, in una affollatissima sala del museo Guttuso, ha avuto luogo la presentazione del libro, nel corso della quale Peppuccio Tornatore ha raccontato alcuni significativi aneddoti relativi al rapporto tra il suo paese ed il Cinema, inteso come Arte, ma anche tra i suoi compaesani e il cinema, inteso come sala in cui si assiste alla proiezione. Tra le autorità presenti all’incontro letterario-cinematografico il prefetto Fabio Carapezza Guttuso e il commissario straordinario del Comune di Bagheria dott.ssa Michela La Iacona oltre a vari notabili ed eruditi locali. La piacevole conversazione ha allietato tutti coloro che sono intervenuti per curiosità o per passione. Tuttavia le opere d’arte esposte hanno dovuto patire per più di un’ora un affollamento inconsueto, una illuminazione eccessiva ed il surriscaldamento della sala, rivelatasi, pertanto, poco adatta ad ospitare una manifestazione di così vasto richiamo. Tra i più gustosi episodi raccontati dal regista “di casa”, quello che risale agli anni ’60, quando un film veniva proiettato in provincia almeno 40 giorni dopo rispetto alla città, e fa riferimento allo snobismo di quei bagheresi che davanti al cinema dicevano, in dialetto, «l’ho già visto a Palermo!». Fino al 1985 i fratelli Lo Medico gestirono il cinema offrendo al loro pubblico anche la proiezione di pellicole d’autore e di significativi film impegnati. La qualcosa si rivelò educativa e contribuì a rendere perfino raffinato il gusto cinematografico dei bagheresi. Molto tempo prima che si diffondesse la recente consuetudine di applaudire al termine o addirittura durante la proiezione, nella sala dei Lo Medico spesso i presenti battevano le mani per le pellicole di Roman Polanski o dopo una “scena madre” di Gian Maria Volontè. Come ad un “cinema d’essai”, anzi, probabilmente con maggiore spontaneità. “Il collezionista di baci” Ed. Mondadori Electa 2014, pag. 215, ill., rilegato. Prezzo di copertina € 22,00

Giuseppe Tornatore presenta '' il Collezionista di Baci ''

Baci al museo (02-05-2014)
Baci al museo di Andrea Di Napoli Un libro, un regista, un museo ed un cinema sono stati gli elementi necessari per la presentazione, avvenuta tra i quadri di Guttuso, del volume di Giuseppe Tornatore “Il collezionista di baci” stracolmo di illustrazioni tratte dalle locandine e dai manifesti cinematografici. Il Museo d’Arte Contemporanea intitolato a Renato Guttuso ha la sua prestigiosa sede all’interno della settecentesca Villa Cattolica di Bagheria, ed è stata la prima e, a tutt’oggi ancora l’unica, istituzione museale ad avere proposto ai visitatori una sezione dedicata alla “Cartellonistica”, grazie alla collezione di manifesti cinematografici generosamente donati, circa dieci anni addietro, dal signor Filippo Lo Medico, il quale, per una sessantina di anni, ha gestito insieme ai fratelli diverse sale cinematografiche proprio a Bagheria. In passato le locandine dei film in programmazione non rappresentavano semplicemente le foto di scena, ma spesso erano autentici prodotti artistici di abili pittori e noti disegnatori come Capitani e Martinati oltre che dello stesso Guttuso autore delle tavole per “Riso amaro”, il film di Giuseppe De Santis del 1949, colorate con la caratteristica tecnica della guache. Fin da quando, nel 1989, il regista Giuseppe Tornatore vinse l’Oscar per il film “Nuovo Cinema Paradiso”, noto per l’emozionante scena finale nella quale, “su uno schermo nello schermo”, scorrono in sequenza tutte le scene in cui i protagonisti dei vecchi film si baciano, Lo Medico considerò l’opportunità di pubblicare un libro che mostrasse ai lettori più di duecento baci di scena tra celebri attori, tratti dalle oltre quattromila locandine cinematografiche in suo possesso. A distanza di venticinque anni proprio grazie al regista, autore delle pagine di testo, ha visto la luce lo splendido volume “Il collezionista di baci” che riscuoterà un sicuro successo editoriale. Per i lettori ed i cinefili bagheresi, lo scorso 29 aprile, in una affollatissima sala del museo Guttuso, ha avuto luogo la presentazione del libro, nel corso della quale Peppuccio Tornatore ha raccontato alcuni significativi aneddoti relativi al rapporto tra il suo paese ed il Cinema, inteso come Arte, ma anche tra i suoi compaesani e il cinema, inteso come sala in cui si assiste alla proiezione. Tra le autorità presenti all’incontro letterario-cinematografico il prefetto Fabio Carapezza Guttuso e il commissario straordinario del Comune di Bagheria dott.ssa Michela La Iacona oltre a vari notabili ed eruditi locali. La piacevole conversazione ha allietato tutti coloro che sono intervenuti per curiosità o per passione. Tuttavia le opere d’arte esposte hanno dovuto patire per più di un’ora un affollamento inconsueto, una illuminazione eccessiva ed il surriscaldamento della sala, rivelatasi, pertanto, poco adatta ad ospitare una manifestazione di così vasto richiamo. Tra i più gustosi episodi raccontati dal regista “di casa”, quello che risale agli anni ’60, quando un film veniva proiettato in provincia almeno 40 giorni dopo rispetto alla città, e fa riferimento allo snobismo di quei bagheresi che davanti al cinema dicevano, in dialetto, «l’ho già visto a Palermo!». Fino al 1985 i fratelli Lo Medico gestirono il cinema offrendo al loro pubblico anche la proiezione di pellicole d’autore e di significativi film impegnati. La qualcosa si rivelò educativa e contribuì a rendere perfino raffinato il gusto cinematografico dei bagheresi. Molto tempo prima che si diffondesse la recente consuetudine di applaudire al termine o addirittura durante la proiezione, nella sala dei Lo Medico spesso i presenti battevano le mani per le pellicole di Roman Polanski o dopo una “scena madre” di Gian Maria Volontè. Come ad un “cinema d’essai”, anzi, probabilmente con maggiore spontaneità. “Il collezionista di baci” Ed. Mondadori Electa 2014, pag. 215, ill., rilegato. Prezzo di copertina € 22,00

Ferdinando Scianna '' Ti mangio con gli occhi ''

Quando il fotografo scrive (23-01-2014)
Quando il fotografo scrive Quando il fotografo scrive di Andrea di Napoli Pubblicato il 23 gennaio 2014 http://www.inchiestasicilia.com/2014/01/23/quando-il-fotografo-scrive/ La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Ferdinando Scianna, “Ti mangio con gli occhi”, è stata una imperdibile occasione per incontrare il noto fotografo bagherese, autore di un libro che tra ricordi, sapori e viaggi, si rivela essenzialmente autobiografico. All’ora del tè dello scorso 17 gennaio, all’interno della nota pasticceria “don Gino” ed in collaborazione con la libreria “Interno95”, ha avuto luogo una inconsueta iniziativa letteraria nata dall’esigenza di consentire la presentazione del recente libro di Ferdinando Scianna anche ai lettori di Bagheria. Gli intervenuti hanno così avuto modo di assistere ad un originale “recital” nel corso del quale il loquace scrittore ha intrattenuto gli astanti con gli aneddoti e le motivazioni per le quali ha deciso di lavorare al volume, stimolato all’occorrenza dalle questioni sollevate dal professor Maurizio Padovano o del professore Natale Tedesco, quasi un “ospite d’onore”. Fotografia e scrittura rappresentano, in fondo, due mezzi espressivi abbastanza simili tra loro. Nel momento in cui affronta la stesura di un testo, l’autore adotta le medesime strategie compositive di cui si avvale quando scatta una fotografia, “esponendo” con nitidezza davanti al lettore la propria personale visione dei fatti. Non si tratta di un libro di fotografia, benché contenga numerose immagini realizzate dall’illustre maestro, ma neanche di un libro di ricette. Si tratta di narrativa. Letteratura “tout-court”. Partendo dai luoghi in cui è cresciuto, a dai cibi dei quali si è nutrito durante l’infanzia, l’autore spazia per l’universo gastronomico di tutto il mondo, associando ad ogni sapore il racconto di un luogo, di un incontro di un episodio della sua vita. Il cibo ha svolto un ruolo importante nella nostra educazione e costituisce una parte integrante della nostra estrazione culturale e territoriale. Per questa ragione, specie chi si trova lontano dal paese natale, non lascia passare troppo tempo senza preparare un piatto della propria tradizione, per rinnovare la natura più intima dell’essere, perché non scada, come un passaporto, anche la loro identità. Questa ammirevole associazione tra luoghi e sapori, tra profumi e ricordi, non so bene se a proposito, mi ha rammentato la madeleine di Marcel Proust, ma in effetti alla “recherche” si può fare riferimento per ogni esperienza. Al termine dell’incontro con i suoi compaesani, Scianna (Fernando, come dice lo chiamassero a Bagheria) non si è sottratto a qualche domanda del pubblico, composto da una folla di appassionati di cucina e di fotografia, per una volta, indistintamente, tutti quanti lettori dello stesso libro. Ferdinando Scianna “Ti mangio con gli occhi” Contrasto Editore (2013) Pagine 236 Prezzo di copertina € 22.00


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