da Ibs.it - Maria Luisa Sotgiu (13-05-2006)
Ho terminato oggi di leggere “La Mennulara”, di Simonetta Agnello Hornby, edito da Feltrinelli: sono stupita della bravura dell’autrice di aver saputo scrivere un romanzo della Sicilia degli anni 50-60, della vita di paese, della gente di quell’epoca, della vita di una “crìata” , (serva), riuscendo ad attirare l’interesse del lettore con la caratteristica del genere “noir”. La figura della protagonista principale del romanzo, Maria Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara, ovvero raccoglitrice di mandorle (lavoro che svolgeva da giovinetta), nasconde dei segreti che si intuiscono fin dall’inizio, ma non si riesce a capire esattamente quali siano e il lettore prosegue a leggere avvinto dalle vicende che si susseguono, per riuscire a capire che cosa nasconde la cameriera-padrona, la cameriera che ha dedicato la sua vita alla famiglia di Orazio Alfallipe, l’avvocato che lei ha amato, e dal quale è stata riamata. Una donna che si è comportata con il padrone come una donna innamorata, aspettando che lui si pentisse di essersi allontanato per seguire i capricci di un’amante, aiutandolo a catalogare i reperti antichi ritrovati negli scavi, imparando a studiare i segreti della ceramica greca, a capire la musica che a lui piaceva tanto; aiutandolo infine a salvaguardare il patrimonio della famiglia, che senza la sua amministrazione si sarebbe perso. La figura di questa donna è stata descritta con rispetto, con amore, con pietà per i dolori che ha dovuto subire nel corso della sua vita: da giovanissima quando subì uno stupro da parte del figlio del capomafia della zona, fino alla sua morte. Il linguaggio è particolare: nei dialoghi si sente il modo di parlare dei siciliani. Il libro merita piena votazione. Maria Luisa Sotgiu
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