Elizabeth Peters, pseudonimo di Barbara Mertz, è un’egittologa americana laureata al prestigioso Oriental Institute di Chicago.
Questo è il primo romanzo della fortunata serie delle avventure di Amelia Peabody che l’ha portata al successo in patria, ma purtroppo non è molto conosciuta in Italia
Siamo nell’Inghilterra vittoriana. Amelia Peabody, donna intraprendente ma non troppo bella, appassionata di archeologia, decide di sfruttare il denaro ricevuto in eredità dal padre per viaggiare alla scoperta del mondo, contravvenendo ad ogni convenzione sociale che vorrebbe vederla accanto ad un marito.
La prima tappa della sua avventura è Roma, durante una visita al Foro romano si imbatte in una giovane inglese che giace svenuta per terra, il suo nome è Evelyn Forbes. Dopo aver ascoltato la sua storia Amelia decide di farne la sua compagna di viaggio e insieme si imbarcano per l’Egitto, terra a lungo sognata dalla nostra protagonista.
Ed è qui che inizia la reale avventura delle due donne. Per svariate coincidenze, o forse per uno scherzo del destino, incontrano due loro connazionali, i fratelli Radcliffe e Walter Emerson, archeologi all’opera con lo scavo di alcune tombe. Questo incontro segna l’inizio di una serie di eventi misteriosi, mummie, sparizioni, sabotaggi… toccherà proprio ad Amelia prendere le redini della situazione e risolvere il mistero che si cela dietro questi fatti straordinari!
La Sfida della Mummia è di un mistery ben congegnato, il cui punto di forza sono personaggi accattivanti, tra cui spicca la protagonista.
Amelia è coraggiosa, intraprendente, generosa e dalla lingua tagliente. Le gonne le vanno strette e vuole indossare i pantaloni. Insomma… decisamente fuori dal comune per la sua epoca! Da quando si innamora dell’Egitto e decide di intraprendere la professione di archeologa a tempo pieno, troverà in Radcliffe uno dei pochi rivali alla sua altezza.
A fare da contorno alla sua personalità decisa ci sono Evelyn, fanciulla dall’animo sensibile ma in grado di tirar fuori tutta la sua forza nei momenti critici, femminile ed amabile tanto quanto Amelia è ironica e pungente! I due caratteri si equilibrano, non scadendo così nella monotonia.
I due uomini sono lo specchio delle due protagoniste, tanto Walter è gentiluomo intellettuale, tanto il fratello è sarcastico, burbero e testardo. Con tali premesse, non mancheranno di certo divertenti duelli verbali.
Interessante la ricostruzione storica del periodo attraverso gli occhi critici della protagonista che, grazie al suo caratteristico humour inglese, riesce sempre a strappare un sorriso. La narrazione in prima persona è una scelta azzeccatissima per accentuare il contatto tra il lettore e lo spirito di osservazione della protagonista, che potremmo definire un misto tra Sherlock Holmes e indiana Jones in gonnella!
Sembra quasi di leggere le pagine del diario una donna realmente esistita della quale il lettore è confidente, tanto risulta concreta la personalità di Amelia.
Le descrizioni degli usi, dei costumi e dei paesaggi dell’epoca vittoriana sono molto curate dato che l’autrice ha tratto ispirazione da un diario di una Amelia realmente esistita e che ha compiuto lo stesso percorso della nostra protagonista nell’Egitto di fine ‘800.
In conclusione si tratta di una lettura leggera e piacevole, ma non per questo meno capace di suscitare emozioni! Consigliata ad un pubblico vasto e pur non potendo essere definita come un capolavoro del genere, è sicuramente appassionante e divertente.
Lavinia Lanzetta
